I balconi degli altri


Tu le notizie le ascolti alla radio e non alla tv come tutti gli altri.


Lo so perché il giornale-radio che ascolti al mattino si infila nelle mie finestre e mi ritrovo a sentire con te le notizie delle prime ore della giornata, con la costante consapevolezza che sarà dura mantenere calma e ottimismo dopo ciò che entrato nelle nostre orecchie. Forse hai iniziato a fare yoga anche per questo, per ritrovare la tranquillità che il mondo cerca costantemente di toglierci. Tu sei un tipo silenziosamente solitario e condividi il tuo piccolo appartamento con un gatto arancione che spesso mi sbircia furtivo dalla finestrella del tuo bagno che si affaccia sulla mia camera da letto. Immagino tu sia in pensione e hai delle abitudini piuttosto bizzarre o almeno lo sono per il mio modo di vedere le cose. Tutti i giorni, dal tuo stretto balcone in ferro e pietra, stendi sui fili lenti del bucato due cuscini quadrati di velluto. Li assicuri al filo con delle mollette scure di legno e li stendi asciutti perché fai solamente prendere loro aria. Ogni giorno appendi su quel filo la tua giacca a vento blu-notte insieme agli asciugamani di spessa pugna colorata. Ti sento che stai per iniziare a stendere i panni perché quei fili scorrono su rotelle arrugginite e cigolanti che iniziano a far rumore non appena tocchi il filo. Ecco, quel cigolio mi dice che stai per iniziare il tuo rito giornaliero. Un giorno è successo che io e te ci siamo scambiati un rapido “salve” mentre stendevamo i panni. Tu quelli asciutti e io quelli bagnati. Il tempo di assicurare il secondo cuscino alla molletta e sei rientrato subito in casa, come se io avessi scoperto il tuo segreto. Come se tu, su quel balcone, fossi di troppo. 


Anche per la domenica mattina hai il tuo rito: ti piace ascoltare la musica e ti piace che il tuo vicinato la ascolti insieme a te.  Credo proprio che tu abbia uno stereo nel quale infili e alterni cd dalle più disparate annate e generi musicali. Passi dal pop anni Novanta dei Take That al surrealismo di Battiato, passando per gli Smiths e per la musica da camera.  Mentre ascolti la musica, di domenica, fai le pulizie di casa perché il rombo dell’aspirapolvere riempie le pause tra un brano e l’altro. A mezzogiorno spaccato, cascasse il mondo, spegni il tuo stereo e ti metti a cucinare. Devi essere parecchio maldestro in cucina perché fai cadere mestoli d’acciaio e ciotole di plastica. Ho imparato a distinguere oggetti e materiali dal rumore che fanno quando arrivano a terra.
Un giorno, approfittando di un animato confronto verbale tra due uomini nel vicoletto sul quale i nostri balconi si affacciano, sei uscito sul balcone per mostrare a quello più pacato il tuo supporto perché "è vero,  la cultura muove il mondo, lo fa evolvere!". Io ti ho sentito da casa e ho dato ragione a te che davi ragione a lui.


Sono affezionata a te, mi fai tenerezza e oggi mi hanno detto che un infarto ti ha portato via dopo 61 anni di vita. Ti hanno trovato in casa mentre stavi per accendere una sigaretta. Inizierò a fare yoga anche per questo, per ritrovare la tranquillità che il mondo cerca costantemente di toglierci.  Forse tu adesso l’hai trovata.


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