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Fossile

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La mia passione, da piccola, erano i fossili. Chiunque mi chiedesse cosa avessi voluto fare da grande riceveva da me sempre la stessa risposta: “voglio fare l'archeologa!”. Portavo spesso con me un pennello per il phard preso dal beauty di mia madre e amavo passarlo sugli oggetti per scoprire chissà quali tesori nascosti sotto la superficie delle cose. Ero molto legata ad un libro sui dinosauri che mi aveva regalato un'amica di famiglia; sfogliavo con estrema curiosità le pagine plastificate di quel volume e mi piaceva passare le dita sulle immagini, come a voler accarezzare quegli animali strani, misteriosi e appartenenti ad epoche così lontane dal tempo che stavo vivendo. La stessa amica di famiglia, cavalcando l'onda della mia passione, mi aveva regalato la sua raccolta di diapositive su minerali e pietre preziose. Quel suo regalo mi rese una bambina felicissima e adoravo tirare giù la tenda della mia camera per proiettarci sopra quelle immagini così colorate e part...

Mantengo l'eleganza anche nella confusione della pioggia

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[Questo post è frutto di un esercizio con il Gruppo di Scrittura che sto frequentando. Ho pescato tre parole (eleganza-confusione-pioggia) e ho scritto una storia che abbracciasse i 3 termini] Fabrizio De André l'ha scritto in una canzone che ci sono quelli che aspettano la pioggia per non piangere da soli. Oggi piove e io sono uno di loro. Non appena ho visto le nuvole riunirsi scure nel cielo, sono schizzato fuori dal mio ufficio e ho tirato un sospiro di sollievo perché sapevo che da lì a poco mi sarei lasciato andare ad un pianto liberatorio. Proprio per questo l'autunno è la mia stagione preferita, ma anche quel pazzo di marzo mi regala non poche soddisfazioni. Sono sotto la poggia e piango come un bambino, mi sbarazzo della tristezza per lasciare spazio alle nuove inquietudini che scalpitano per venire a farmi compagnia. L'acqua mi bagna i vestiti e i pensieri, ho gli occhiali appannati e i miei piedi nuotano nelle scarpe. E' piuttosto frustrante fingere g...

Fare strani versi

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Se ridimensionassi le mie aspettative, riducessi le mie prerogative, diminuissi le mie invettive, vivrei più serenamente. Se mettessi da parte il mio orgoglio, se facessi delle cose belle il mio scoglio, se andassi sempre oltre ogni sospetto di broglio, vivrei più serenamente. Se fossi meno istintiva, magari più riflessiva, sempre sulle rapide e mai sulla riva, vivrei più serenamente. Se fossi tutto questo, al di là di questo testo, oltre ogni mia intenzione fatta manifesto, vivrei lo stesso? No.

La mia pigrizia mi rende loquace, ma solo nel sonno

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[Questo post è frutto di un esercizio con il Gruppo di Scrittura che sto frequentando. Ho pescato tre parole (sonno-pigrizia-loquace) e ho scritto una storia che abbracciasse i 3 termini] Mi piace dormire. Mi piace perché sogno quelle cose che mi fanno tornare indietro nel tempo, quando tutto era più facile e felice. L'orologio è la mia bussola. Ne tengo una in ogni stanza, così non mi perdo mai l'orario e posso organizzarmi per bene, sia per i pasti che per le dormite. Cerco di dormire più che posso: di notte, dopo aver pranzato e spesso riesco anche ad assopirmi semplicemente da seduta, posando il viso sulla mano. Sono diventata brava perché mi basta chiudere gli occhi per dormire profondamente e da un paio d'anni le mie migliori alleate nel sonno sono delle piccole pasticche color salmone che mi ha prescritto la dottoressa. Prendo quelle pillole perché sono tornate a farmi visita due amiche di vecchia data: ansia e depressione. “Alla televisione” vedo che anche q...

Da piccola volevo un cavallo

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Quand'ero piccola chiedevo spesso a mia madre di poter ricevere un cavallo in regalo e quando lei mi chiedeva "Giorgia, dove lo mettiamo?!" io le rispondevo con estrema naturalezza dicendo che l'avremmo potuto sistemare "o nel fondaco o dietro la tenda della mia cameretta!" e che mi sarei impegnata personalmente a portagli da mangiare.  Con il senno di poi, posso dire che mi è sempre piaciuto immaginare di far convivere cose diverse tra loro, senza forzature, ma in un'ottica di reciproco rispetto e convivenza. Ma con altrettanto senno di poi dico che l'immaginazione di fronte a certa realtà non può nulla, non può imbrigliarla o condizionarla.  Deve lasciarla andare libera, come un cavallo che corre nel verde. 

In principio era l'audiocassetta

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In principio era l' audiocassetta che tenevo sempre infilata nello stereo in camera per registrare le canzoni della radio. Venivano fuori delle compilation originali e personali che era un piacere stare a sentire. Poi, quando mi stancavo di ascoltare e canticchiare sempre la stessa sequenza musicale, bastava un quadratino di cartoncino da fissare con dello scotch sulla cassetta, per renderla nuovamente registrabile.  Mi piaceva fare lo stesso con le videocassette , registrando spezzoni di programmi tv, video musicali e tutto ciò che mi dilettavo a replicare in casa, con un microfono, un abbigliamento discutibile e quel pizzico di protagonismo e presunzione che mi ha sempre animata e divertita. Con i floppy-disc non ho avuto un grande rapporto, più che altro ne rompevo uno al giorno perché mi piaceva smontarli per vedere cosa c'era dentro. Giusto il tempo di capirlo, che sono arrivati i cd audio , da maneggiare con estrema cura e da lucidare con la pezzolina degli occhia...

Discromia sentimentale

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Vorremmo chi non ci vuole. Quelli che invece ci vorrebbero non ci fanno effetto né diamo loro affetto.