Conservare.
Gerarchia, meritocrazia e gavetta sono concetti che ho imparato fin da piccola grazie ai pomodori. Agosto era il mese delle conserve da aggiungere a quelle dell’anno prima che sarebbero in ogni caso bastate per altri dieci anni. Sveglia all’alba e donne all’opera. Ricordo che la notte prima si andava tutte a dormire con una sana ansia da prestazione. La prima ad alzarsi era sempre e comunque nonna, nonostante i tentativi di dissuasione da parte di figlie e vicine di casa perché “non ci corre dietro nessuno!”. Nonna Rosa predisponeva l’ambiente di lavoro nel migliore dei modi con tutto il necessario perché i pomodori rossi e lunghi passassero attraverso le varie fasi di lavorazione: prima l’accurato lavaggio, poi l’asciugatura, seguita dall’eliminazione della buccia, poi dallo spaccamento a metà dei pomodori e l’inserimento degli stessi in barattoli trasparenti nei quali venivano infilate delle profumate foglie di basilico che lei aveva accuratamente lavato e asciugato la ser