tag:blogger.com,1999:blog-46914402857746241712024-03-13T03:33:19.970+01:00Scrivo Cosa Vogliogiorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.comBlogger61125tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-89954057812187964552020-09-26T19:17:00.005+02:002020-09-26T20:09:35.063+02:00Il secondo gradino<p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXxr4zJ8UqVU_n3geMlyBD35XxGG6GBC4RDIFOfUG6588FU0sKDL-oQF_ZKDSuKrRezl4u3j3cM5SzMDYSFb3dTkdHW4rMxDzTM1xF_f5raI4gyL3pUdDfQDdy-XbT2z6DCkOQIL4LKoU/s1056/porta.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1056" data-original-width="464" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXxr4zJ8UqVU_n3geMlyBD35XxGG6GBC4RDIFOfUG6588FU0sKDL-oQF_ZKDSuKrRezl4u3j3cM5SzMDYSFb3dTkdHW4rMxDzTM1xF_f5raI4gyL3pUdDfQDdy-XbT2z6DCkOQIL4LKoU/s320/porta.jpg" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><br /><span> A</span>vvolta in completi sempre
ben tenuti. Impeccabili. La schiena
dritta e le mani elegantemente adagiate sulle gambe. I capelli in ordine e il
volto marcatamente segnato dall’ età. Amava stare su una seduta non convenzionale: il secondo gradino dell’ingresso
di casa sua, di fatto a ridosso della strada sulla quale sfrecciavano continuamente
le automobili, inclusa la mia. La notai per la prima volta in un giorno di
primavera, era metà aprile, e la sua figura così minuta e composta attirò subito
la mia attenzione. Credo potesse avere una ottantina di anni e vederla seduta
su quel gradino fuori casa con lo sguardo rivolto al passare di automobilisti e
pedoni mi aveva fatto pensare che potesse trattarsi di una donna animata da
curiosità. Andando avanti con le mie congetture su quella signora assai distinta,
pensai che potesse essere una che di certo amava stare all’aria aperta, ma che probabilmente
per via di difficoltà motorie non poteva concedersi la possibilità di fare
passeggiate. Ricordo che pensai anche alla possibilità che la donna non volesse
allontanarsi troppo da casa sua perché ci teneva a restarsene lì, forse per un
sentimento d’affezione. Del resto sono sempre stata una che con la fantasia ha
viaggiato molto.<br /></span><span style="font-size: medium;"><span> </span>Ricordo che era giugno quando,
passando davanti casa della donna, la
vidi coerentemente seduta su quel secondo gradino mentre era tutta assorta ad
accarezzare un gatto che stava ai suoi piedi. Il piccolo felino dal pelo
aranciato incurvava la schiena e si crogiolava tra una coccola e l’ altra. Quel
giorno ebbi la netta impressione che anche l’ anziana signora fosse piuttosto
rilassata e io, di fronte a quella tenera scena, ricordo bene che provai un chiaro
senso di pace e perciò ne sorrisi. Il ricordo di quel suo vestito a fiorellini
chiari su fondo blu è accompagnato da quello del tipico caldo umido e asfittico
del mese di luglio. La donna aveva in mano un ventaglio rosso veneziano con il
quale spostava l’aria ricavandone un fresco effetto placebo. Sul secondo
gradino, esattamente al suo fianco, però quel giorno era poggiato un fagotto a
quadretti bianchi e rossi ed era fortemente intuibile che al suo interno ci fosse
qualcosa di commestibile. Non pensai che
qualcuno le avesse donato quel pacchetto, piuttosto che lei stesse aspettando una
persona alla quale consegnarlo. E quella persona non tardò ad arrivare in sella
alla sua bicicletta. Dai tratti somatici doveva essere originario del Mali, era magro,
alto e con un sorriso aperto e spontaneo, di quelli che non hanno paura di mostrarsi.
Con la sua bici il ragazzo si fermò esattamente di fronte alla signora seduta,
ella quasi in maniera istantanea si alzò, prendendo in mano il fagotto
quadrettato e lo porse all’africano. Al “grazie” di lui, lei rispose con “buon
lavoro”, aggiungendo subito dopo una raccomandazione tipica delle mie parti: “piano
piano!”, come a volergli dire “mi raccomando, presta attenzione”. Il ragazzo
mise il fagotto nel cestino e si avviò verso la campagna, visto che il suo
abbigliamento lasciava intendere che la sua destinazione lavorativa sarebbe
stata proprio quella.<br /></span><span style="font-size: medium;"><span style="text-align: justify;"><span> </span>Porto nella testa, ma soprattutto
nel cuore, quella scena, il gesto affettuoso e generoso di un’ anziana donna. E
quando mi trovo di fronte alle tante brutture e storture del mondo </span><span style="text-align: justify;"> </span><span style="text-align: justify;">lo richiamo alla memoria e provo un prezioso senso
di sollievo del quale sia io che il ragazzo maliano saremo per sempre grati
alla signora del secondo gradino.</span> </span><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-28849404593674548462018-03-25T18:05:00.005+02:002018-03-25T18:12:34.219+02:00Campione<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiUnrtgOcJaBm6HlyqAA_tjmwwyPP1klGBDNdFmcWTnYL3ip00AemTKX5sUED_Qp47sqY363L9KQ5yLxRTLoSFdqeHmTtc1iI2TiCRH21u5OpaYDxX99QN8R3Nv71rs2uVpDMi4_ybrK4/s1600/Casa-30-ore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiUnrtgOcJaBm6HlyqAA_tjmwwyPP1klGBDNdFmcWTnYL3ip00AemTKX5sUED_Qp47sqY363L9KQ5yLxRTLoSFdqeHmTtc1iI2TiCRH21u5OpaYDxX99QN8R3Nv71rs2uVpDMi4_ybrK4/s400/Casa-30-ore.jpg" width="400" /></a></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">(photo credits: <a href="https://www.agbe.eu/progetto/casa-alloggio/">https://www.agbe.eu/progetto/casa-alloggio/</a>) </span></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> Mi chiamo Cristian e ho nove anni e mezzo. Parlo poco, ma penso tanto. Me lo dice sempre la mamma quando parliamo al telefono. La casa rossa dove vivo da sei mesi con papà ha muri alti e tante stanze. Da tutte le finestre che ci sono si può vedere il verde giardino che fa il giro della casa. Ci sono fiori, scivoli, altalene, alberi e due gattini che però vengono da noi solo quando hanno fame: si chiamano Mimmo e Biagio, uno è bianco e l’altro è nero, uno ha la coda e Biagio non ce l’ha più. Chissà che fine avrà fatto! Insieme a me e a papà vivono anche altri bambini insieme ai loro genitori. C’è Federico che mi ha detto che da grande vuole fare il pompiere, Marta che parla sempre con Elena la sua amica invisibile, Enrico che non sa dire la n, Mario che mi ruba sempre la matita a scuola e Serena che va sulla bicicletta dei grandi, quella con solo due ruote. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> La scuola dove papà mi porta tutti i giorni si trova nel grande palazzo grigio, proprio di fronte la casa rossa dove viviamo. Ricordo quando per la prima volta papà mi ha detto il nome di quel grande palazzo: “Cri, questo posto si chiama Ospedale e le persone che hanno qualche problema possono trovare qui la soluzione giusta per loro. Ti prometto che sarà così anche per te!”. Il mio papà è sempre calmo, paziente e disponibile con tutti e non diventa mai nervoso come il papà di Giada. Quando nella sala dei giochi non trova Gigi -il mio coniglio preferito- quando la macchina che mi aiuta a stare meglio è occupata, quando l’attesa per entrare in sala operatoria è più lunga delle altre volte, lui chiude per qualche secondo gli occhi, fa un respiro profondo e quando li apre fa una carezza sulla mia testa liscia senza capelli, mi sistema sulla bocca la mascherina con le macchinine blu e sorride. Fa così sempre e poi mi dice che “tutti i problemi si risolvono con la calma, Cri”. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> Qualche giorno fa, mentre ero in ospedale per fare la puntura che mi fa stare meglio, nel letto vicino al mio c’era una ragazza con i capelli neri che piangeva, io la guardavo ed ero preoccupato per lei e ho capito subito che anche papà aveva la mia stessa preoccupazione. Ad un certo punto lei mi ha guardato e mi ha detto “Ciao”; per me il suo saluto è stato una sorpresa e non sapevo proprio cosa dire, la mia bocca non voleva aprirsi perché ogni volta che vedo le persone che piangono divento fermo come una statua. Allora papà ha detto “Ciao” alla ragazza e subito dopo le ha dato un fazzoletto profumato alla menta. Lei ha preso il fazzoletto, ha detto “Grazie” e ha tirato su col naso. Poi papà le ha detto “Scusami se mi permetto, ma sento di dirti che sei nel posto giusto, cerca di stare tranquilla perché c’è una soluzione a tutto. Sai, imparare a conoscere e a convivere con la malattia è già un passo in avanti per poterla affrontare e per sconfiggerla. Cerca di essere forte!”. La ragazza con i capelli neri ha guardato papà e io ho capito che lei voleva dire tante cose, ma forse non era quello il momento e allora tra le tante parole che giravano nella sua testa ne ha scelte due e le ha tirate fuori con un filo di voce: “Grazie Davvero”. Subito dopo la ragazza è stata portata in sala operatoria e non l’ho più vista, ma i suoi occhi umidi sono ancora davanti ai miei ogni volta che penso a lei.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> La mia maestra preferita di chiama Carla e da due mesi ha iniziato a chiamarmi “campione”. Quando le ho chiesto “perché mi chiami così?” lei mi ha detto che papà le aveva detto che le medicine che i dottori mi avevano iniziato a dare attraverso quel tubicino trasparente che andava a finire nel mio braccio stavano iniziando a funzionare bene su di me e che dovevo continuare così. Papà mi ha detto che presto torneremo dalla mamma e da Marco, il mio fratellino di tre mesi. Mi ha detto che ci stanno aspettando e che anche i nonni non vedono l’ora di rivedermi. Anche papà ha iniziato a chiamarmi come mi chiama la maestra Carla, ma ogni volta che lo fa io penso che per me il vero campione sarà per sempre lui. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-38987931087101063202018-02-04T19:19:00.002+01:002018-02-04T19:34:39.168+01:00Nostalgia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRf89ZQH2BBuQfjESn6qNBQemBEBY4I4RLLiDpKttc9EZAI-gmmpECAfOdSeAHya6OzZiG311tSsvLtwhT0DclL41JIG0VOMIDtlzJ3LRfNlf6SZtnpX3C4u3Ane7hsCHzR6dabBgKCLw/s1600/thumbnail.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="846" data-original-width="1080" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRf89ZQH2BBuQfjESn6qNBQemBEBY4I4RLLiDpKttc9EZAI-gmmpECAfOdSeAHya6OzZiG311tSsvLtwhT0DclL41JIG0VOMIDtlzJ3LRfNlf6SZtnpX3C4u3Ane7hsCHzR6dabBgKCLw/s320/thumbnail.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<h4>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-weight: 400;"><br /></span></div>
<span style="font-weight: normal;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;">“Sentimento malinconico che si prova nel rimpiangere cose e tempi ormai trascorsi o nel desiderare intensamente cose, luoghi e persone lontane”. Ecco questa è la definizione di Nostalgia ed è anche la mia. Del resto io sono quella dallo sguardo sognante di fronte al finestrino di qualsiasi treno, quella che si perde nelle sfumature delle albe e dei tramonti, quella che difficilmente fa pace con i cambiamenti, quella che alle canzoni lega i ricordi e anche i profumi, quella che al dito ha ancora l’anello del primo fidanzato, quella che conserva le sue prime scarpine rosa con l’idea che un giorno saranno calzate da sua figlia, quella che con difficoltà accetta che quello che è stato non sempre ancora sarà. Sono sempre io quella che non ha piena consapevolezza degli anni che passano così come dei torti subiti perché la mia malandata, ma salvifica memoria tende a cancellare ciò che mi ha fatto davvero male. “Sentimento malinconico che si prova nel rimpiangere cose e tempi ormai trascorsi o nel desiderare intensamente cose, luoghi e persone lontane”. Ecco questa è la definizione di Nostalgia ed era anche la mia perché da adesso si cambia veramente.</span></div>
</span></h4>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-70774663145487653522016-08-02T16:37:00.002+02:002016-08-02T16:37:53.461+02:00Riparare con l’oro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCS9jw-0u-J1rbVwBz8H0ptkBB6BYKGmoJ9i3t8kEViP8u51CgbhbwP5FqfWEuWoFRh8rU9Do7H6IMli8nssSrs7hq8Z3wB3rcp-21DhOAwvFr1F5c33MLO5Gs_VrNlPam-lzjVxgMIf8/s1600/kintsugi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="234" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCS9jw-0u-J1rbVwBz8H0ptkBB6BYKGmoJ9i3t8kEViP8u51CgbhbwP5FqfWEuWoFRh8rU9Do7H6IMli8nssSrs7hq8Z3wB3rcp-21DhOAwvFr1F5c33MLO5Gs_VrNlPam-lzjVxgMIf8/s320/kintsugi.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Kintsugi o kintsukuroi - letteralmente “riparare con l’oro”- è il nome di un’antica tecnica giapponese impiegata per la riparazione di oggetti in ceramica che si sono rotti. Questa tecnica consiste nel saldare insieme i frammenti dell’oggetto utilizzando una mistura di lacca e oro in polvere o, più raramente, di lacca e argento.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Lo scopo delle riparazioni eseguite con questa tecnica non è quello di nascondere il danno, ma di enfatizzarlo, incorporandolo nell’estetica dell’oggetto riparato che in tal modo diventa, dal punto di vista artistico, “migliore del nuovo”. Rispetto all’oggetto nuovo, infatti, l'oggetto riparato è più prezioso, sia per la presenza dell’oro o dell’argento, sia per il suo essere unico. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Per gli occidentali, nella vita quotidiana, il più delle volte una rottura ha un’accezione negativa, di vergogna e dolore, di senso di colpa e fallimento. Al contrario, per i giapponesi, ogni storia, anche la più travagliata e dolorosa, è origine di bellezza e ogni cicatrice viene mostrata orgogliosamente come la cosa più preziosa di cui sono in possesso.</span><br />
<div>
<br /></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-25898766818494672252016-06-23T18:00:00.002+02:002016-06-23T18:00:39.238+02:00Pedone Maledetto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdHrYfkd_baigued-ZlB_LpFGrdewtXf2uuKFMwBJSTA40MIEvnSekHRQQGCTgtG3Ocq5JazkN-Y4Lph8ikNlh6ZCZCGjHNpejy1DzxZQ78QmWmplBfoL5U1d9X9RWZfXSz8y6THL_5DM/s1600/PB190056.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdHrYfkd_baigued-ZlB_LpFGrdewtXf2uuKFMwBJSTA40MIEvnSekHRQQGCTgtG3Ocq5JazkN-Y4Lph8ikNlh6ZCZCGjHNpejy1DzxZQ78QmWmplBfoL5U1d9X9RWZfXSz8y6THL_5DM/s320/PB190056.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Hai presente quando sei in macchina e hai fretta perché, tanto per cambiare, sei in ritardo?</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">È scientificamente provato che sulla tua strada incontrerai delle strisce pedonali e un fastidioso pedone che si appresta a calpestarle per attraversare.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Tu sei infastidito da quella presenza, ma concedi al pedone il lusso di passare e con la mano fai quel gesto che sottolinea la grande concessione che gli stai facendo.</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Hai presente quando quel pedone rallenta il suo passo sulle strisce, ti guarda sdegnato in maniera strafottente e decisamente ingrata di fronte alla tua gentile concessione di farlo attraversare? </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Ecco, quel pedone sono sempre io.</span>giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-46006196480377349292016-05-30T16:36:00.002+02:002016-05-30T16:40:44.316+02:00Diari di Guerra<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span lang="it"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq-UqM-lvV9hJ7PFMAo1OTF3OsNjqkyAL6II-k_SKGKvTeZvTbaKRKz_hln4aP435yNRBx7gIsYMwpIi1eF1VoU7KpDjYRHeHDbIxh8wmKPdvfZlNIJTaWo2s-muOT4YZG5hBQULCam4g/s1600/DSCF2413.JPG" imageanchor="1"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq-UqM-lvV9hJ7PFMAo1OTF3OsNjqkyAL6II-k_SKGKvTeZvTbaKRKz_hln4aP435yNRBx7gIsYMwpIi1eF1VoU7KpDjYRHeHDbIxh8wmKPdvfZlNIJTaWo2s-muOT4YZG5hBQULCam4g/s320/DSCF2413.JPG" width="320" /></a></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span lang="it"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">(foto da </span></span><a class="_ZR irc_hol i3724" data-noload="" data-ved="0ahUKEwixyKrTgYLNAhXBcRQKHefmBJQQjB0IBg" href="http://centroabruzzonews.blogspot.com/2015/05/52-rintocchi-di-campane-per-ricordare.html" jsaction="mousedown:irc.rl;keydown:irc.rlk" style="background-color: #f1f1f1; color: #7d7d7d; cursor: pointer; font-size: 13px; line-height: 16px; text-decoration: none;" tabindex="0" target="_blank" wrc_done="true"><span class="irc_ho" dir="ltr" style="margin-right: -2px; overflow: hidden; padding-right: 2px; text-overflow: ellipsis; unicode-bidi: isolate;">centroabruzzonews.blogspot.com</span></a><span style="background-color: #f1f1f1; color: #222222; font-size: 13px; line-height: 16px;"> </span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">)</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span lang="it"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><b>Venerdì 30 Maggio 1944, Mezzogiorno</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="border-bottom: solid windowtext 1.5pt; border: none; mso-element: para-border-div; padding: 0cm 0cm 1.0pt 0cm;">
<div class="MsoNormal" style="border: none; mso-border-bottom-alt: solid windowtext 1.5pt; mso-layout-grid-align: none; mso-padding-alt: 0cm 0cm 1.0pt 0cm; padding: 0cm; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span lang="it" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;">C’era
un sole alto, l’aria era calda e quello era il mio secondo giorno al Ristorante
Italia. Dovevo ancora realizzare il fatto di essere riuscita a trovare lavoro come
cameriera proprio lì, in quel locale così prestigioso al centro della città, in
piena Piazza Venti Settembre. Nicola il titolare, riuscendo a malapena a
nascondere il suo orgoglio macchiato di ansia da prestazione, mi aveva detto che quel giorno a pranzo avremmo avuto
degli ospiti speciali: il generale tedesco Albert Kesselring con alcuni dei
suoi più stretti collaboratori. Proprio per via della loro presenza, il locale
sarebbe rimasto chiuso al pubblico così da poter assicurare al generale e ai
suoi il Rispetto e la Riservatezza che si confacevano ad uno degli amici più
fedeli di Hadolf Hitler. Così mi aveva detto il Signor Nicola e io, che i
motivi di quella guerra proprio non li avevo capiti, non riuscivo a comprendere
neanche il Perché di tutta quella devozione nei confronti di chi la guerra la macchinava
e la portava avanti come Kesselring e i
suoi. Mentre facevo queste riflessioni tra me e me, lucidavo l’argenteria, spolveravo
per bene qualsiasi piano d’appoggio mi capitasse a tiro e avvicinavo le sedie
foderate di pregiata stoffa bianca ai tavoli rotondi intorno ai quali avrebbero
preso posto il generale e gli altri. Mi accorsi che gli ospiti erano arrivati perché
il Signor Nicola si schiarì la voce con un colpo di tosse prima di aprire la
pesante porta d’ingresso che ridava sotto la pregiata pensilina decorata. Disse
loro “Willkommen!” - benvenuti in tedesco - e li accompagnò al
tavolo rotondo. Iniziai a servire loro il ricco pranzo partendo dagli antipasti
caldi come si faceva con gli ospiti d’onore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="border: none; mso-border-bottom-alt: solid windowtext 1.5pt; mso-layout-grid-align: none; mso-padding-alt: 0cm 0cm 1.0pt 0cm; padding: 0cm; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span lang="it" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="border: none; mso-border-bottom-alt: solid windowtext 1.5pt; mso-layout-grid-align: none; mso-padding-alt: 0cm 0cm 1.0pt 0cm; padding: 0cm; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span lang="it" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><br /></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span lang="it"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><b>Venerdì 30 Maggio 1944, Mezzogiorno</b><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="border-bottom: solid windowtext 1.5pt; border: none; mso-element: para-border-div; padding: 0cm 0cm 1.0pt 0cm;">
<div class="MsoNormal" style="border: none; mso-border-bottom-alt: solid windowtext 1.5pt; mso-layout-grid-align: none; mso-padding-alt: 0cm 0cm 1.0pt 0cm; padding: 0cm; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span lang="it" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;">C’era
un sole alto, l’aria era calda e quello era giorno di mercato. Mi ero accorta
di non avere il rosmarino da mettere nella zuppa di fagioli e decisi di fare un
salto alla bancarella sotto casa per prenderlo, lasciando borbottare la pentola
di terracotta sulla stufa sotto l’occhio attento dei miei due figli. Eravamo in guerra e ci chiedevamo tutti se e quando
sarebbe finita. Ogni giorno era fatto di paura e di perché e io dovevo essere
forte, anche se forte non ero. Il mio amato marito se n’era andato, logorato da
una brutta polmonite e i miei figli erano tutto ciò che avevo e che dovevo
difendere. Tra un sospiro e un pensiero mi chiusi il portone dietro le spalle e
mi avviai verso la bancarella di Maria, dove sapevo che avrei trovato il
rosmarino migliore. Ricordo che fu un attimo, il rumore assordante delle
esplosioni ci travolse tutti in Largo Faraglia e si mescolò a polvere, sangue e
grida. Polvere, sangue e grida di persone normali. Proprio come me. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="border: none; mso-border-bottom-alt: solid windowtext 1.5pt; mso-layout-grid-align: none; mso-padding-alt: 0cm 0cm 1.0pt 0cm; padding: 0cm; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span lang="it" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="border: none; mso-border-bottom-alt: solid windowtext 1.5pt; mso-layout-grid-align: none; mso-padding-alt: 0cm 0cm 1.0pt 0cm; padding: 0cm; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span lang="it" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><br /></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span lang="it"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><b>Venerdì 30 Maggio 1944, Mezzogiorno</b><o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;">
<span lang="it" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;">C’era un sole alto, l’aria
era calda e quel giorno un bombardamento aereo da parte di angloamericani
spense le vite di persone comuni e ignare di tutto, tra piazza Garibaldi e
Largo Faraglia. Tantissimi furono i feriti. Dicono che l’obiettivo fosse il generale Kesserling che si trovava nel Ristorante
Italia a tracciare, con i suoi, le linee per la ritirata tedesca dall’Italia. </span><span style="font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-15079113152294308002015-10-02T17:39:00.000+02:002015-10-02T17:39:24.778+02:00Nonna.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.google.it/logos/doodles/2015/grandparents-day-2015-italy-5204406777675776-5757334940811264-ror.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="128" src="https://www.google.it/logos/doodles/2015/grandparents-day-2015-italy-5204406777675776-5757334940811264-ror.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Stamattina Google mi ha ricordato che è la festa dei nonni e io l’ho ricordato a te, telefonandoti. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Siamo lontane, ma il pretesto per sentirci sappiamo bene come trovarlo per ritrovarci. Sempre. Tu sei l’unica nonna che io abbia e io sono la tua nipote più grande. Tu mi hai insegnato molto e continui a darmi lezioni di vita con la tua forza d’animo che si traduce in forza fisica, nonostante le tue novanta primavere, la tua schiena che fa i capricci e quel bastone al quale ti appoggi da quando tuo marito non c’è più. Mi hai insegnato a ricamare, a fare il punto croce, il punto a giorno, a fare la maglia di lana e la pasta all’uovo, a piegare bene i panni appena ritirati per poterli stirare col minimo sforzo, a dire un proverbio per ogni situazione e a lasciarsi andare ad una risata anche quando le uniche cose a scappare sarebbero le lacrime. Mi dici spesso “Beato chi ti si prende!” e mi ricordi che il corredo che hai preparato per me è nella cassapanca in camera tua. Io ti ascolto, sorrido, mi si stringe il cuore e spero di non deluderti mai. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Io a te ho spiegato la Seconda Guerra Mondiale, così come l’ho studiata sui libri di scuola. Tu l’hai vissuta, ma non perdi mai occasione per dirmi quanto bene io te l’abbia raccontata e che era proprio vero che i tedeschi vi facevano preparare i pasti per loro, ma che non li assaggiavano prima che foste voi a farlo, per scongiurare il rischio di avvelenamento. Ti ho insegnato che i fuochi d’artificio sono belli da vedere quando non c’è la paura di dover scappare veloce chissà dove per cercare riparo. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Ti ho sempre ringraziata per tutto quello che hai insegnato a me e agli altri nipoti e l’ho fatto anche il giorno della festa per il tuo 90mo compleanno, ad agosto di quest’anno, parlando a braccio davanti a tutta la famiglia con addosso la commozione più forte mai provata prima. Tu mi hai guardata negli occhi lucidi, come i tuoi, e mi hai detto sorridendo: ”Già ti viene da piange, non ce la fai a parlà!”. Io ho fatto un respiro profondo e sono riuscita a dire ciò che avevo dentro e a dirti quel Grazie che mi rende quotidianamente orgogliosa di essere la nipote di nonna Rosa.</span>giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-73751901224722718152015-06-11T16:03:00.001+02:002015-06-11T16:03:41.188+02:00Conservare.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.my-personaltrainer.it/images/ricette/298/conserva-di-pomodoro-a-freddo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.my-personaltrainer.it/images/ricette/298/conserva-di-pomodoro-a-freddo.jpg" height="180" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Gerarchia, meritocrazia e gavetta sono concetti che ho imparato fin da piccola grazie ai pomodori. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Agosto era il mese delle conserve da aggiungere a quelle dell’anno prima che sarebbero in ogni caso bastate per altri dieci anni. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Sveglia all’alba e donne all’opera. Ricordo che la notte prima si andava tutte a dormire con una sana ansia da prestazione. La prima ad alzarsi era sempre e comunque nonna, nonostante i tentativi di dissuasione da parte di figlie e vicine di casa perché “non ci corre dietro nessuno!”. Nonna Rosa predisponeva l’ambiente di lavoro nel migliore dei modi con tutto il necessario perché i pomodori rossi e lunghi passassero attraverso le varie fasi di lavorazione: prima l’accurato lavaggio, poi l’asciugatura, seguita dall’eliminazione della buccia, poi dallo spaccamento a metà dei pomodori e l’inserimento degli stessi in barattoli trasparenti nei quali venivano infilate delle profumate foglie di basilico che lei aveva accuratamente lavato e asciugato la sera prima. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Ho fatto il mio ingresso in questa articolata catena produttiva in seconda elementare, con una grande busta di plastica bianca con il fondo tagliato e con i manici che si posavano sulle mie spalle. Mi sentivo grande con quel grembiule, nonostante fosse letteralmente improvvisato. Il mio compito – o meglio il compito che nonna aveva pensato per me – era portare i pomodori nelle bacinelle colorate perché le altre potessero sbucciarli. Poi prendevo i pomodori senza buccia e li spostavo in altre bacinelle dove altre mani li avrebbero spaccati a metà ed infilati nei barattoli di vetro, aiutandosi con una bacchetta di legno per evitare che si formassero delle bolle d’aria tra uno strato e l’altro. Ho trascorso almeno quattro agosti facendo questo e mi piaceva così tanto. Poi l’avanzamento di grado: un grembiule rosso con disegnati un gilet e un papillon e un coltello in dotazione tutto per me. Finalmente anch’io potevo sbucciare i pomodori! Ricordo che parlando al telefono con una mia amica le avevo detto di questa mia promozione sul campo e ricordo anche il suo disappunto visto che lei non aveva ancora avuto la possibilità di partecipare alla preparazione delle conserve perché considerata troppo piccola, quando in realtà non eravamo altro che coetanee. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Dopo quella prima promozione ne seguirono altre a stretto giro, agosto dopo agosto, estate dopo estate. Tutti i miei scatti di carriera furono il frutto di un’ attenta osservazione da parte di nonna Rosa. Eccomi a tagliare a metà i pomodori, facendo attenzione nel controllare che tutti fossero integri e scartando quelli malandati; l’anno successivo ero l’addetta alla chiusura delle bottiglie di passata con tappi a corona. Sentivo distintamente la responsabilità sulle mie spalle e nelle mie mani. L’anno dopo eccomi ad infilare pomodori nei barattoli per poi a passarli a mio zio, unico uomo ammesso nella squadra, che era l’addetto alla chiusura ermetica dei barattoli che poi venivano tuffati in un grande calderone pieno d’acqua con fiamma viva sotto per far sì che le conserve potessero intraprendere il viaggio verso la sterilizzazione. </span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ricordo il profumo intenso del basilico, quello del pomodoro un po’ lessato un po’ crudo, le mie mani arricciate come quando si sta troppo tempo in mare e quei semini viscidi che finivano ovunque e che continuavano a rispuntare secchi anche dopo giorni dalla preparazione delle conserve. Ricordo la serietà e la precisione di noi tutte nell’eseguire il lavoro. Ricordo tanto di quel periodo. Un po’ perché sono pur sempre una nostalgica del cavolo e un po’ perché conservare il ricordo è il miglior modo per andare avanti, anche quando le conserve non si fanno più. </span> </span><br />
<div>
<br /></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-14555974511738813932015-06-01T16:19:00.001+02:002015-06-01T16:19:13.593+02:00Cinderella Reloaded<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1t3jNORxHoUz1FnfbnyKSM525yEWZyJ5ELvik0lPJrEIb7XiAfa-A2e2yq_zzG86PA2OT-n9hrfjV0vuEI7Qtl34YmTC4MEbLG6CtT1E0N9Ij3TPwJCPIkHPvGTNqfRGCWCaCJO3TRyE/s1600/scarpetta-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1t3jNORxHoUz1FnfbnyKSM525yEWZyJ5ELvik0lPJrEIb7XiAfa-A2e2yq_zzG86PA2OT-n9hrfjV0vuEI7Qtl34YmTC4MEbLG6CtT1E0N9Ij3TPwJCPIkHPvGTNqfRGCWCaCJO3TRyE/s320/scarpetta-1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">" Dopo qualche giorno bussò alla loro porta il paggio che portava su un cuscino la scarpetta perduta. Per ordine del re tutte le fanciulle del regno dovevano provarla, ma solo chi fosse riuscita ad infilarla avrebbe sposato il principe. Cenerentola prese al volo la scarpetta dal cuscino del paggio, la avvicinò alla pentola piena di bollente sugo messa sul fuoco e fece fare al pezzo di morbido pane un tuffo carpiato nel pomodoro. Tenendo sempre la scarpetta tra le dita, la tirò su portandola verso la bocca e la mangiò in un solo boccone. </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">E vissero tutti felici e contenti perché satolli "</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">[Da "Cenerentola pane al pane" ]</span>giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-10246265024898780032015-02-16T17:28:00.003+01:002015-02-16T18:12:18.940+01:00Tipi maschili dalla A alla Z<div style="clear: both;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGr6y3qirGmxT1q9MlA-aRKklYoqX0csJ2ztAHZmDRuFpAtUt-6HgwT2p3_1oFxuEDjYsoqQ3umHSs4caSl7FjiUVx-2n5E1j2ZL1FAQtkOOIvULqY2zi0rN11eHhAr7pkiRolOjTMaa0/s1600/ABC.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGr6y3qirGmxT1q9MlA-aRKklYoqX0csJ2ztAHZmDRuFpAtUt-6HgwT2p3_1oFxuEDjYsoqQ3umHSs4caSl7FjiUVx-2n5E1j2ZL1FAQtkOOIvULqY2zi0rN11eHhAr7pkiRolOjTMaa0/s1600/ABC.jpg" height="212" width="320" /></a><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="font-size: large;"><br /></span></b></span></div>
<div style="clear: both; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Anaffettivo</b>: conosce un numero spropositato di persone ed è sempre pronto a conoscerne di nuove. Riesce a metterti a tuo agio, fa sì che tu ti confidi con lui, ma quando arriva il turno delle sue confidenze, si trincera dietro una corazza di silenzio. Potresti trovarti bene con lui solo se sei anaffettiva anche tu.</span></div>
</div>
<div style="clear: both;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Bugiardo</b>: mente perché non riesce proprio a dire la verità. Mentirà su quanto zucchero mette nel caffè a colazione, su quanta fiducia ripone nel genere umano e su quanto interesse prova nei tuoi confronti. Se lo conosci lo eviti, proprio come faceva Pinocchio con la scuola.</span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;">
</span>
<br />
<div style="clear: both;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Corteggiatore</b>: ti lusinga con mille complimenti, ti fa sentire costantemente al centro delle sue attenzioni, ti chiede di uscire, tu accetti e lui continua ad invitarti per altre mille uscite. Non appena tu gli fai notare che vorresti rendere il vostro rapporto più concreto lui si spaventa e scappa via…a corteggiare un’altra.</span></div>
</div>
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"></span></span>
<br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
</div>
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span></span>
<br />
<div style="clear: both; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Distratto</b>: sa bene che porre domande ad una donna è cosa buona e giusta, ma non riesce ad afferrare il concetto secondo il quale è bene anche ascoltare le risposte che la donna gli da. Va da sé che il distratto ha pessima memoria per ricorrenze e date. </span></div>
</div>
<div style="clear: both;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Ex</b>: ha condiviso con te una parte di vita ed ora ha la sua. La sua attuale compagna sarà sempre meno interessante/intelligente/attraente di te. Anche le tue amiche sanno che devono pensarla così. </span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;">
</span>
<br />
<div style="clear: both;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Fedifrago</b>: ha tradito tutte e tradirà anche te. Benvenuta nel club dei cervi a primavera. Cerca di non cullarti nella presunzione di riuscire a cambiarlo.</span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;">
</span>
<br />
<div style="clear: both;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Geloso</b>: è abituato a dubitare di tutto e di tutti, anche di te. Ci tiene però a precisare che non è di te che non si fida, ma sono gli altri a non meritare la sua fiducia. Geloso e fedifrago sono spesso le due facce della stessa medaglia.</span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;">
</span>
<br />
<div style="clear: both;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Hipster</b>: sempre curato, attento ai particolari e alle novità musicali. Avrà costantemente più stile di te, fattene una ragione.</span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;">
</span>
<br />
<div style="clear: both;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Illetterato</b>: si è fermato alla terza media e si vede. Ti mette in imbarazzo e ti fa vergognare quando apre bocca, specialmente se non sei la sua insegnante alle scuole serali.</span></div>
</div>
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"></span></span>
<br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
</div>
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span></span>
<br />
<div style="clear: both; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Logorroico</b>: è convinto del fatto che con la sua incessante parlantina riuscirà ad impressionarti, ma non sa che i monologhi ti annoiano e se ne rende conto solo quando sei andata via da uno meno loquace di lui.</span></div>
</div>
<div style="clear: both;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Marpione</b>: prevedibile e banale, ripete gli stessi schemi di corteggiamento con tutte, anche con te. Riesci a prevedere quale sarà la sua prossima mossa e lo sbologni prima di appisolarti per la noia. </span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;">
</span>
<br />
<div style="clear: both;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Novellino</b>: è decisamente più giovane di te e gli mancano i rudimenti in ambito sentimentale. Sta a te scegliere se insegnargli qualcosa oppure rivolgere le tue attenzioni altrove.</span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;">
</span>
<br />
<div style="clear: both;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Omosessuale</b>: avete lo stesso interesse per gli uomini, ma tu ne sei consapevole, mentre lui non lo vuole ammettere, né a te, tantomeno a se stesso. Se lo sgami, gli presenti qualche tuo amico single.</span></div>
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<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"></span></span>
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<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
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<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Palestrato</b>: è un cultore del fisico e degli addominali scolpiti. Ogni superficie in grado di restituirgli la sua immagine lo attira in maniera incontrollabile. Avrà sempre meno peli di te.</span></div>
</div>
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<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Questionatore</b>: è sempre in disaccordo con tutti, anche con te. E’ come se non vedesse l’ora di arrivare allo scontro per far valere le sue ragioni, sminuendo le tue. Spesso è affetto da insicurezza cronica e vota Cinquestelle.</span></div>
</div>
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"></span></span>
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<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
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<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
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<span style="font-size: x-large;"><b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Rampollo</b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">: benestante, abituato ad avere un certo stile di vita, habitué del lusso e frequentatore di posti in. Esci con lui, ma ti senti come un pesce fuor d’acqua. Il consiglio è quello di tenere sempre a mente che Cenerentola è esistita, ma solo per Walt Disney.</span></span></div>
</div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;">
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<div style="clear: both; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Stalker</b>: ti tampina con messaggini e telefonate. Se non gli rispondi, ti scrive altrove. Va arginato non appena mostra i primi sintomi dello stalker, prima che possa essere troppo tardi. </span></div>
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<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Tassista</b>: vuole sempre darti un passaggio, anche quando non hai la minima intenzione di tornare a casa. Ha una macchina presa a rate e che chiama per nome.</span></div>
</div>
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"></span></span>
<br />
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<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
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<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span></span>
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<span style="font-size: x-large;"><b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Ultrà</b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">: calciofilo fino al midollo, vive in funzione del campionato. E’ sempre online su WhatsApp, ma per via del gruppo del Fantacalcio.</span></span></div>
</div>
<div style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-weight: bold; text-align: left;">
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<span style="font-size: x-large;"><br /></span></div>
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<span style="font-size: x-large;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Vascorossiano</b>: per lui il Blasco è l’unico degno di essere chiamato cantante. Cerca di non perdersi neanche un suo concerto e riusciresti ad andare d’accordo con lui solo se anche tu fossi amante di Vasco.</span></div>
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<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: x-large;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b>Zerbino</b>: pende dalle tue labbra, puoi chiedergli la luna e lui farà di tutto per fartela avere. Si è procurato anche il numero di Samantha Cristoforetti per renderti felice. </span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
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<br />giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-79373032321950831832015-01-06T01:08:00.001+01:002015-01-06T01:34:22.625+01:00Il paese è piccolo.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ4EU1c6_fgLBlNXKaoBiWNSvIe-wZ_rpx_suq7NQfXKWalK2UUpZA9SdjRFGqfuHGOnHplYmB2a6ssoOPNgHsk80PSuAzZXQaQAaGU-zdL7tuZuo8afctHtJNOUdMZrktzTYu45vhS4w/s1600/how-to-fold-napkin-shirt.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ4EU1c6_fgLBlNXKaoBiWNSvIe-wZ_rpx_suq7NQfXKWalK2UUpZA9SdjRFGqfuHGOnHplYmB2a6ssoOPNgHsk80PSuAzZXQaQAaGU-zdL7tuZuo8afctHtJNOUdMZrktzTYu45vhS4w/s1600/how-to-fold-napkin-shirt.jpg" height="267" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Il tuo paese è piccolo. Così piccolo che non ha l’ospedale, né il cinema né la stazione. Se hai bisogno di partire –per l’altro mondo, con la fantasia o per cose di lavoro – è necessario che tu raggiunga il paese più grande vicino al tuo, quello che ha un ospedale, due cinema e tre stazioni tre. Ormai te ne sei fatto una ragione e ti sta bene così.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Sei l’ultimo di cinque figli e sei l’unico che è rimasto esattamente dov’ è nato. I tuoi fratelli sono andati via dal paese piccolo piccolo e ci tornano solo in occasione di feste comandate e funerali, occasioni dalle quali non si scappa, quelle per le quali si chiude un occhio e si apre il portafogli. Tra i tuoi fratelli e sorelle c’è chi ha sposato la figlia di un ricco possidente terriero, chi è convolata a nozze con un dirigente aziendale, chi con una professoressa, chi con un architetto e poi ci sei tu che non ti sei sposato. E’ stata una tua scelta e ti ritrovi a ribadirlo con fermezza quando tua madre ti dice «Il mio desiderio più grande è poter morire serenamente sapendoti sposato con una brava donna» e tu, tenendo la sua mano arricciata tra le tue e accarezzandola dolcemente, le dai la risposta che è sempre la stessa: «Mammà, io sto bene così! Ho scelto di non dover rendere conto a nessuno!». Tua madre risponde con un sospiro, che ogni volta è più lungo della volta precedente, sposta lo sguardo fuori dalla finestra e cambia bruscamente argomento e ti chiede: «Cosa vuoi mangiare per pranzo?». </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">La verità è che tua madre non è mai riuscita a superare e ad accettare la lunga serie di storie amorose che tu hai interrotto improvvisamente. C’era Anna che le piaceva così tanto, Giulia che era così a modo, Benedetta sempre attenta alla tavola, Claudia la riservata e Adele la romantica. Ognuna di loro, per almeno due anni, era stata definita, da te e dagli altri, “quella giusta” e su ognuna di loro i tuoi avrebbero scommesso l’altare. In effetti all’altare ci sono andate tutte, ma senza di te. Sei stato tu che, non appena le cose si facevano serie, si parlava di andare a vivere sotto uno stesso tetto, prendevi le distanze, trattandole con distacco e dedicando le tue attenzioni a qualcun altro. Le hai tradite tutte, ogni volta ti sei fatto scoprire facendoti mollare, come nel più classico dei cliché sull’uomo sprovvisto di spina dorsale. Tutte le donne che hai tradito non hanno fatto scenate dopo averti scoperto, ma hanno semplicemente messo la parola fine al capitolo che stavano scrivendo insieme a te, con una compostezza ammirabile, senza rancore né apparente desiderio di vendetta. Tutte le donne che hai avuto hanno curato in disparte le ferite che hai inferto loro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">La reazione pacata di queste donne rientra nelle tante fortune che hai avuto nella vita e tua madre e i tuoi fratelli non perdono occasione per ricordatelo. «Questo è quello che nessuna ti ha mai dato!» è l’esclamazione che accompagna la mano di tuo fratello verso la tua guancia ogni volta che vuole salutarti a modo suo dopo non averti visto da un po’. Anche con il lavoro sei stato fortunato perché hai avuto giusto il tempo di diplomarti che hai trovato lavoro in paese: un lavoro che ti piace e che ti ha messo in contatto con tante persone, almeno con ogni singolo abitante del paese piccolo piccolo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Per la cena di stasera, come in tutte le altre occasioni in cui tu e i tuoi fratelli vi ritrovate nella casa della tua anziana madre, sarai tu a fare gli onori di casa, a preparare il menu insieme alla tavola e a disporre i tovaglioli di stoffa sui piatti, dopo averli piegati con cura come graziosi origami. Sei sempre tu che ti occupi della selezione di vini da portare in tavola. Le bottiglie che hai scelto per stasera non faranno in tempo a cambiare temperatura dalla tua dispensa alla tavola perché abiti esattamente al piano sopra quello di tua madre. Ti basta salire due rampe di scale per essere a casa. Ti basta farle in discesa per sentirti ancora figlio, anche a cinquantacinque anni. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Ti sei guardato allo specchio e non hai potuto fare a meno di notare che la tua pancia sta crescendo mentre i capelli sono sempre meno. Affondando i tuoi occhi neri nei tuoi, ti sei detto che sì, oggi sarà il giorno giusto. Hai fatto un respiro profondo, ti sei morso il labbro inferiore con gli incisivi, hai sistemato il papillon e sei sceso al piano inferiore, a casa di tua madre. I tuoi fratelli e le tue sorelle sono in cucina, insieme a tua madre, a scambiarsi gli ultimi aggiornamenti su morti e nascite in paese. Tu hai due bottiglie di vino in mano e saluti tutti con due baci sulle guance. Tuo fratello ti saluta con il classico schiaffetto sulla guancia accompagnandolo all’esclamazione di rito. Tu abbassi lo sguardo, sorridi e chiedi a tutti di seguirti in sala da pranzo perché hai una cosa da dire. I tuoi parenti ti seguono incuriositi e, parlottando a bassa voce tra loro, si siedono attorno alla tavola apparecchiata da te con una cura da manuale. Tu sei a capotavola, in piedi, con le mani che afferrano lo schienale legnoso della sedia. Mandi giù un po’ di saliva, guardi tua madre negli occhi e inizi a parlare: «Come sapete ho cinquantacinque anni, ho una bella famiglia, amici sinceri, buona salute e un lavoro che mi piace. Sono fortunato, lo so che lo state pensando! Lo pensavo anch’io fino a quando ho capito che fingere non è da persone fortunate, ma è da sfigati, da infelici, da frustrati. Fino ad oggi con voi ho recitato una parte. Un giorno un mio caro amico mi ha detto che non è possibile essere accettati dagli altri se prima non siamo noi ad accettare noi stessi per ciò che siamo. Nella mia vita sono stato amato sinceramente, ma io non sono stato altrettanto sincero nei confronti delle donne che hanno provato amore per me. Le ho sempre tradite. Con degli uomini. Ecco il punto. Buon appetito a tutti».</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Il paese è piccolo, resterà così, ma tu ti sei finalmente accorto che ci stai stretto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-51894666885864173962014-11-06T00:01:00.001+01:002014-11-06T16:45:36.002+01:00Una volta per tutti.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.futblogger.com/sites/default/files/styles/large/public/post/images/punto-interrogativo_0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.futblogger.com/sites/default/files/styles/large/public/post/images/punto-interrogativo_0.jpg" height="213" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">Le mie foto fanno il giro del mondo da 5 anni, sono sulla cresta dell’onda, sulla bocca di tutti. Sono quasi famoso. Non avrei mai immaginato che sarebbe potuto succedere ad uno come me. Se li guardo bene, non ho proprio una bella cera negli scatti che si vedono in giro. Ho avuto dei giorni decisamente migliori di quello in cui il flash della macchina fotografica ha colpito la mia faccia e il mio corpo!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"> Ho 31 anni e sono un giovane italiano come tanti altri: una famiglia, un lavoro che non c’è e gli amici che invece ci sono. Sono cose semplici, ma che mi rendono felice. Ho un tetto sulla testa e poco sale in zucca perché mi drogo. Credo di farlo per stare più tranquillo, anche se so che così non faccio stare tranquille le persone che mi vogliono bene. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Lo sento forte e chiaro l’affetto dei miei cari. Lo sento ora più che mai. Sento anche la solidarietà e la rabbia di persone che non ho mai conosciuto, ma che adesso conoscono bene la mia storia e conoscono me.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Se penso ai giorni precedenti alle fotografie che tutti avete visto mi manca l’aria, mi mancano le parole e le forze. Mi sono sentito solo, impaurito, abbandonato, al buio. La mia dignità è stata soffocata sotto i colpi di uomini corrotti e senza coscienza. I miei diritti sono stati calpestati perché non ho ricevuto le cure che avrebbero potuto salvarmi. E’ stato necessario che io morissi perché fosse sotto gli occhi di tutti questa serie infinita di crudeltà. E’ stato necessario che io non ci fossi più perché al mio posto arrivassero rabbia e sospetti nei confronti di quelle forze armate, ma di prepotenza e arroganza. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Mi chiamo Stefano e la mia vita è finita il 22 ottobre 2009. Con me, è morta la mia giustizia, per insufficienza di prove. Io non tornerò più dai miei cari, ma spero che grazie a chi mi vuole bene, la giustizia torni presto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Una volta per tutti. Per tutti quelli che sono ultimi. Come me.</span></div>
<div>
<br /></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-31282877392881517512014-11-04T13:06:00.000+01:002014-11-04T16:46:58.986+01:00Bigotti.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGz3yca4vnHUefWMXv4_oMMx3Bb5JLNYJV0Ri2W9qP3TghgpKezK_FDIbx9kj5xZayznL4X3pvDHYPQMy6-p6wk24WtKXlWftnT7OpgVEowl488RPIGcUiwMBTWmtqyZnxkFu5LfYJASI/s1600/e09dcd26f374ff4fa3035ff32fa1c152.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGz3yca4vnHUefWMXv4_oMMx3Bb5JLNYJV0Ri2W9qP3TghgpKezK_FDIbx9kj5xZayznL4X3pvDHYPQMy6-p6wk24WtKXlWftnT7OpgVEowl488RPIGcUiwMBTWmtqyZnxkFu5LfYJASI/s1600/e09dcd26f374ff4fa3035ff32fa1c152.jpg" height="320" width="213" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><span style="background-color: white; color: #141823; line-height: 19.3199996948242px;"><br /></span></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><span style="background-color: white; color: #141823; line-height: 19.3199996948242px;">Qualche giorno fa ci siamo rivisti dopo un po' che non ci vedevamo.</span><br style="background-color: white; color: #141823; line-height: 19.3199996948242px;" /><span style="background-color: white; color: #141823; line-height: 19.3199996948242px;">Tu hai un anno meno di me e mi hai fatto le classiche domande del caso stile tipo "Come stai? Cosa stai facendo in questo periodo? Che fine hanno fatto quelle persone (stranamente sfuggite alle tue statistiche occupazionali)?".</span><br style="background-color: white; color: #141823; line-height: 19.3199996948242px;" /><span style="background-color: white; color: #141823; line-height: 19.3199996948242px;">Io ho risposto alle tue domande, con pacatezza, discrezione e ironia. </span><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #141823; display: inline; line-height: 19.3199996948242px;"><br />Le persone come te mi fanno sorridere perché hanno quella curiosa tendenza a sminuire gli altri per cercare di emergere. Non hai ancora capito che invidia e negatività non generano nulla, anzi, le cose le sviliscono facendole morire, come accade a chi prova sempre invidia per qualcosa o per qualcuno. Come te.<br />Di fronte al mio entusiasmo nel raccontarti cosa stessi facendo in un periodo asfittico, negativo e critico come questo, tu mi hai gelata con un secco "ma ti conviene?!". Io ho risposto che se per "convenienza" intendevi il fatto di conoscere persone nuove, ricevere nuovi stimoli, fare ciò che mi piace e per cui mi sento naturalmente portata, mettendomi alla prova e maturando, beh...allora si, mi conveniva e mi conviene.<br />Dopo la mia risposta, tu hai optato per il silenzio perché stavolta io avevo gelato te. Poco dopo, ironia del caso, ti hanno posto le stesse domande che tu avevi posto a me ed hai risposto che stavi come sempre, nel costante limbo tra università da finire e lavoro da trovare e non hai avuto parole di certo dolci nei confronti delle persone che incontravamo per strada. Hai fatto una serie esternazioni lamentose, retoriche e bigotte che mia nonna - classe 1925 - sarebbe apparsa come una rivoluziona a confronto.<br />Mi verrebbe da ringraziarti perché mi hai fatto tanto ridere e continui a farlo, anche adesso che scrivo di te.</span></span>giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-68218177305540698462014-10-11T16:24:00.000+02:002014-10-14T10:33:50.001+02:00I balconi degli altri<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYWctOr0aN63o-9nQRYXN09lili4UqBUkBDNJhnvxNCjfnWlzYcz672J0I6-dvT9z0amfqTFDcr4W1ObP6Kzd7LRPVofw4Yh3FwI698yP8mog5n0TRFQvU5br5Doj0sU_fwD_n_1O566I/s1600/DSC_7270salvatoreorfino161011aspettando_i_panni_da_stendere_copy_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYWctOr0aN63o-9nQRYXN09lili4UqBUkBDNJhnvxNCjfnWlzYcz672J0I6-dvT9z0amfqTFDcr4W1ObP6Kzd7LRPVofw4Yh3FwI698yP8mog5n0TRFQvU5br5Doj0sU_fwD_n_1O566I/s1600/DSC_7270salvatoreorfino161011aspettando_i_panni_da_stendere_copy_2.jpg" height="197" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<h3 style="text-align: justify;">
<span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Tu le notizie le ascolti alla radio e non alla tv come tutti gli altri.</span></span></h3>
<h3 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large; font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Lo so perché il giornale-radio che ascolti al mattino si infila nelle mie finestre e mi ritrovo a sentire con te le notizie delle prime ore della giornata, con la costante consapevolezza che sarà dura mantenere calma e ottimismo dopo ciò che entrato nelle nostre orecchie. Forse hai iniziato a fare yoga anche per questo, per ritrovare la tranquillità che il mondo cerca costantemente di toglierci. Tu sei un tipo silenziosamente solitario e condividi il tuo piccolo appartamento con un gatto arancione che spesso mi sbircia furtivo dalla finestrella del tuo bagno che si affaccia sulla mia camera da letto. Immagino tu sia in pensione e hai delle abitudini piuttosto bizzarre o almeno lo sono per il mio modo di vedere le cose. Tutti i giorni, dal tuo stretto balcone in ferro e pietra, stendi sui fili lenti del bucato due cuscini quadrati di velluto. Li assicuri al filo con delle mollette scure di legno e li stendi asciutti perché fai solamente prendere loro aria. Ogni giorno appendi su quel filo la tua giacca a vento blu-notte insieme agli asciugamani di spessa pugna colorata. Ti sento che stai per iniziare a stendere i panni perché quei fili scorrono su rotelle arrugginite e cigolanti che iniziano a far rumore non appena tocchi il filo. Ecco, quel cigolio mi dice che stai per iniziare il tuo rito giornaliero. Un giorno è successo che io e te ci siamo scambiati un rapido “salve” mentre stendevamo i panni. Tu quelli asciutti e io quelli bagnati. Il tempo di assicurare il secondo cuscino alla molletta e sei rientrato subito in casa, come se io avessi scoperto il tuo segreto. Come se tu, su quel balcone, fossi di troppo. </span></span></h3>
<h3 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large; font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Anche per la domenica mattina hai il tuo rito: ti piace ascoltare la musica e ti piace che il tuo vicinato la ascolti insieme a te. Credo proprio che tu abbia uno stereo nel quale infili e alterni cd dalle più disparate annate e generi musicali. Passi dal pop anni Novanta dei Take That al surrealismo di Battiato, passando per gli Smiths e per la musica da camera. Mentre ascolti la musica, di domenica, fai le pulizie di casa perché il rombo dell’aspirapolvere riempie le pause tra un brano e l’altro. A mezzogiorno spaccato, cascasse il mondo, spegni il tuo stereo e ti metti a cucinare. Devi essere parecchio maldestro in cucina perché fai cadere mestoli d’acciaio e ciotole di plastica. Ho imparato a distinguere oggetti e materiali dal rumore che fanno quando arrivano a terra.</span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un giorno, approfittando di un animato confronto verbale tra due uomini nel vicoletto sul quale i nostri balconi si affacciano, sei uscito sul balcone per mostrare a quello più pacato il tuo supporto perché "è vero, la cultura muove il mondo, lo fa evolvere!". Io ti ho sentito da casa e ho dato ragione a te che davi ragione a lui.</span></span></h3>
<h3 style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large; font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sono affezionata a te, mi fai tenerezza e oggi mi hanno detto che un infarto ti ha portato via dopo 61 anni di vita. Ti hanno trovato in casa mentre stavi per accendere una sigaretta. Inizierò a fare yoga anche per questo, per ritrovare la tranquillità che il mondo cerca costantemente di toglierci. Forse tu adesso l’hai trovata.</span></span></h3>
<div>
<br /></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-30361129386282730362014-10-08T17:58:00.001+02:002014-10-08T17:59:46.646+02:00Sfondare porte aperte<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.formiche.net/wp-content/uploads/2014/07/pa-pubblica-amministrazione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.formiche.net/wp-content/uploads/2014/07/pa-pubblica-amministrazione.jpg" height="225" width="400" /></a></div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<span style="line-height: 19.3199996948242px;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><span style="line-height: 19.3199996948242px;">Oggi, in un ufficio pubblico, un'impiegata si è sfogata con me per via della "dilagante mancanza di</span><span style="line-height: 19.3199996948242px;"> </span><span style="line-height: 19.3199996948242px;">professionalità\serietà\competenza dei suoi colleghi" avvinghiati come cozze allo scoglio ai loro bei contratti indeterminati a dispetto della sua precarietà di una vita.</span></span></div>
<div style="background-color: white; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Ho assistito a consulenze improvvisate e colorite allo sportello senza la minima considerazione del fattore-privacy, ho sentito telefoni squillare continuamente per consulenze sulla p<span class="text_exposed_show" style="display: inline;">reparazione del pranzo a casa, ho seguito con lo sguardo tre impiegati aggirarsi per oltre mezz'ora nell'ufficio alla ricerca spasmodica di una pratica sparita misteriosamente. Sembravano degli automi lobotomizzati ed era davvero ridicolo il fatto che per cercare quella pratica fossero necessarie 3 persone 3.</span></span></div>
<div class="text_exposed_show" style="background-color: white; display: inline; line-height: 19.3199996948242px;">
<div style="margin-bottom: 6px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large; line-height: 19.3199996948242px;">Avrei voluto abbracciare quell'impiegata, proprio come lei avrebbe voluto abbracciare me, ma l'abbraccio solidale non c'è stato.</span></div>
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"></span><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="font-size: large; line-height: 19.3199996948242px;">Magari lo faremo domani, visto che dovrò tornare nell'ufficio pubblico di cui sopra per fare ciò che avrei dovuto fare oggi, ma che non è stato possibile fare per via di problemi tecnici di accesso al sito ministeriale.</span></span></div>
<div style="color: #141823;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">
</span></div>
</div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-1514346349822240292014-09-12T15:48:00.000+02:002014-10-20T21:58:54.138+02:00Il Dittatore (di Gianni Rodari)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhySvaVxjwPSRVEvJjDGbsLtkZN_ry71sRNjddN_6_ZVTWRVUBZ7_VL7dzAsDyf3tgexvb6VtUhuPYAJ6Few-eUEiNeKgiMic3hSLfbrSj5emGpGSr2hntjcefjSXVlpeV0cALwNAXw3w4/s1600/Punto_nero.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhySvaVxjwPSRVEvJjDGbsLtkZN_ry71sRNjddN_6_ZVTWRVUBZ7_VL7dzAsDyf3tgexvb6VtUhuPYAJ6Few-eUEiNeKgiMic3hSLfbrSj5emGpGSr2hntjcefjSXVlpeV0cALwNAXw3w4/s1600/Punto_nero.gif" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><span style="background-color: white; line-height: 20px;">Un punto piccoletto,</span><br style="background-color: white; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; line-height: 20px;">superbioso e iracondo</span><br style="background-color: white; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; line-height: 20px;">"dopo di me – gridava -</span><br style="background-color: white; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; line-height: 20px;">verrà la fine del mondo!"</span><br style="background-color: white; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; line-height: 20px;">Le parole protestarono:</span><br style="background-color: white; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; line-height: 20px;">"Ma che grilli hai pel capo?</span><br style="background-color: white; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; line-height: 20px;">Si crede un Punto – e – basta,</span><br style="background-color: white; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; line-height: 20px;">e non è che un Punto – e – a – capo".</span><br style="background-color: white; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; line-height: 20px;">Tutto solo a mezza pagina</span><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; display: inline; line-height: 20px;"><br />lo piantarono in asso,<br />e il mondo continuò<br />una riga più in basso.</span></span>giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-62444229700420295392014-08-05T13:32:00.000+02:002014-08-05T14:27:15.422+02:00Fossile<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx5kb4YP3UeErSBtfuR0gfK498XHGMNZYW5AuR5G49kMQy7qD-VQmA7tnwhri0Gq61JHGDhAy2I03-2QgEZO-i7IXdm8RF4aCsHaWHSBUcH3WLHrNMACx3KiW8QcKFEwvztee7c0GE3Nk/s1600/fossile.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx5kb4YP3UeErSBtfuR0gfK498XHGMNZYW5AuR5G49kMQy7qD-VQmA7tnwhri0Gq61JHGDhAy2I03-2QgEZO-i7IXdm8RF4aCsHaWHSBUcH3WLHrNMACx3KiW8QcKFEwvztee7c0GE3Nk/s1600/fossile.jpg" height="300" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #444444; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">La mia passione, da piccola, erano i
fossili. Chiunque mi chiedesse cosa avessi voluto fare da grande
riceveva da me sempre la stessa risposta: “voglio fare
l'archeologa!”. Portavo spesso con me un pennello per il phard
preso dal beauty di mia madre e amavo passarlo sugli oggetti per
scoprire chissà quali tesori nascosti sotto la superficie delle
cose. Ero molto legata ad un libro sui dinosauri che mi aveva
regalato un'amica di famiglia; sfogliavo con estrema curiosità le
pagine plastificate di quel volume e mi piaceva passare le dita sulle
immagini, come a voler accarezzare quegli animali strani, misteriosi
e appartenenti ad epoche così lontane dal tempo che stavo vivendo.
La stessa amica di famiglia, cavalcando l'onda della mia passione, mi
aveva regalato la sua raccolta di diapositive su minerali e pietre
preziose. Quel suo regalo mi rese una bambina felicissima e adoravo
tirare giù la tenda della mia camera per proiettarci sopra quelle
immagini così colorate e particolari. Mi avvicinavo alla tenda per
ammirare da vicino le sfumature di quelle pietre, allungando la mano
per toccarle, sperando di riuscire a sentire sotto le dita le
irregolarità delle loro superfici. Mi divertivo a creare storie con
i dinosauri e mi divertiva ancora di più raccontarle, aggiungendo
sempre qualche dettaglio per rendere più avvincente la
storia. Sono sempre stata una bambina curiosa, affascinata dalle cose
del passato e amante della verità. Lo sono ancora, anche se non
faccio l'archeologa. Ieri la figlia di una mia amica mi ha fatto fare
un giro nel parco sul suo trenino invisibile dei dinosauri e nel suo
sguardo attento e curioso ho rivisto il mio.</span></div>
<br />giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-84070417796637063812014-06-15T18:40:00.002+02:002014-06-16T13:13:36.982+02:00Mantengo l'eleganza anche nella confusione della pioggia<span style="background-color: white; line-height: 18.200000762939453px; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">[Questo post è frutto di un esercizio con il Gruppo di Scrittura che sto frequentando. Ho pescato tre parole (eleganza-confusione-pioggia) e ho scritto una storia che abbracciasse i 3 termini]</span></span><br />
<span style="background-color: white; color: #747474; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: 13px; line-height: 18.200000762939453px; text-align: justify;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0MAwo7QDlJ3nBaa82tJ4GtCX_yLXyTaqESp6ab0PVY3XEnVrGf_Vv5Z5J4GyK1LZ32rJL-W6PPrJI9pP_vJ_CAorn8G3K0-JzNYBuf3_ri6sAhwegl3dEDrgEibMD2yvDUnBq02OQKrA/s1600/cravatta_design.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0MAwo7QDlJ3nBaa82tJ4GtCX_yLXyTaqESp6ab0PVY3XEnVrGf_Vv5Z5J4GyK1LZ32rJL-W6PPrJI9pP_vJ_CAorn8G3K0-JzNYBuf3_ri6sAhwegl3dEDrgEibMD2yvDUnBq02OQKrA/s1600/cravatta_design.png" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Fabrizio
De André l'ha scritto in una canzone che ci sono quelli che
aspettano la pioggia per non piangere da soli. Oggi piove e io sono
uno di loro. Non appena ho visto le nuvole riunirsi scure nel cielo,
sono schizzato fuori dal mio ufficio e ho tirato un sospiro di
sollievo perché sapevo che da lì a poco mi sarei lasciato andare ad
un pianto liberatorio. Proprio per questo l'autunno è la mia
stagione preferita, ma anche quel pazzo di marzo mi regala non poche
soddisfazioni. Sono sotto la poggia e piango come un bambino, mi
sbarazzo della tristezza per lasciare spazio alle nuove inquietudini
che scalpitano per venire a farmi compagnia. L'acqua mi bagna i
vestiti e i pensieri, ho gli occhiali appannati e i miei piedi
nuotano nelle scarpe. E' piuttosto frustrante fingere gioia quando ci
si sente morire dentro. Per gli altri io ho tutto, ma per me quel
tutto non è nulla.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"> Mi
chiamo Giulio, 40 anni portati piuttosto male e sono un manager.
Nella mia vita ho fatto davvero tutto, forse anche anche troppo. Ho
studiato, vissuto e lavorato all'estero. Me la sono sempre spassata
con i soldi di papà. Non mi sono mai privato di nulla. Una volta
rientrato in Italia, ho potuto campare di rendita senza fatica né
preoccupazioni e mio padre ha avuto l'accortezza di andare un po'
prima in pensione per lasciare il suo posto al vertice dell'azienda a
me, suo unico erede. Sono circondato e avvolto dalla stima e
dell'affetto dei miei amici che mi guardano con ammirazione costante
perché “Giulio ne sa, Giulio è una persona brillante, Giulio sa
sempre cosa fare e come farlo”. A volte mi lascio quasi trasportare
dalla tentazione di credere che loro abbiano ragione, poi rinsavisco
e guardo in faccia la mia realtà: io nella vita non ho mai fatto
delle scelte, ma sono state le decisioni degli altri ad essere
ricadute su di me. Io mi trovavo semplicemente a passare di lì per
caso. Sono sempre stato sfacciatamente fortunato.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"> La
donna che ha deciso di diventare mia moglie, dopo il primo anno di
matrimonio, ha voluto un figlio da me e io gliel'ho dato perché non
avrei mai voluto urtare la sua sensibile suscettibilità. In realtà
non sono innamorato di lei, ma come potrei, visto che non provo amore
neanche per me stesso? Cerco di non farmi mancare una donna in ogni
porto dove attracco con la mia nave, neanche fossi un marinaio! Lì
fuori è pieno di donne che farebbero carte false pur di passare
anche solo un paio d'ore in mia compagnia e io non faccio altro che
assecondarle, le riempio di complimenti e di regali, così il mio ego
cresce un po', ma mai quanto il loro. Sono irretito dal fascino
femminile, faccio presto a cascare ai piedi di una bella donna, ma
altrettanto presto passo alla successiva, senza farmi troppi
scrupoli. Sono uno che si annoia presto.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"> Ora
che ho preso tanta pioggia e ora che ho pianto tanto, con gli occhi
ancora gonfi, rossi e lucidi, decido di camminare verso quel caffè
con il tendone rosso. Non ci sono mai stato e mi siedo fuori, sulla
prima sedia arrugginita che incontro. Poggio i gomiti sul tavolino
traballante e incastro il mento tra le mani. Giusto il tempo di
sentire la tovaglietta bagnarsi sotto le mie braccia che la cameriera
si avvicina e mi chiede se sto aspettando qualcuno. Io la guardo,
sorrido e le dico che piuttosto sto aspettando qualcosa, ma che nel
frattempo può portarmi un Alabama Slammer, il mio cocktail
preferito, che la ragazza non ha evidentemente mai sentito nominare.
Lei appunta il nome del drink sul blocchetto e torna nel bar,
sperando che qualcuno lì dentro ne sappia più di lei su questo
benedetto Alabama Slammer.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"> Sono
passate ventiquattro ore da quando ho mangiato quelle bacche. Lucide,
nere, carnose, dolci e ricche di sapore. Me ne ha parlato un mio
amico che si intende di botanica e le ha chiamate “ciliegie di
Satana”. Con i tempi ci siamo, inizio a sentire la bocca secca e ho
difficoltà a deglutire, sento la pelle prudere e avverto dei
dolorosi e irregolari spasmi muscolari. Il mio amico mi aveva detto
che l'avvelenamento da bacche di Belladonna provoca allucinazioni,
sonnolenza, tachicardia. Ho le pupille dilatate e la mia vista è
annebbiata. Vedo ondeggiare lentamente verso di me il mio Alabama
Slammer, dietro c'è la cameriera. Lei posa il drink sul tavolino e
si lascia sfuggire un “spero sia di suo gradimento”. Io non ho
forza e voglia di risponderle e la mando via con un cenno della mano.
Porto alla bocca il bicchiere ghiacciato, avvolgo la cannuccia con le
labbra, sento e vedo che la mia mano trema vistosamente. Faccio un
sorso e ho la riprova del fatto che sono davvero in pochi a saper
fare questo drink. Chiaramente non è questo il caso. Giusto il tempo
di fare quest'amara riflessione, che sento il cuore fermarsi.
Finalmente ho fatto una scelta nella mia vita. Scelgo di morire.</span></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-85031060265659128252014-05-28T19:19:00.000+02:002014-05-28T21:02:15.022+02:00Fare strani versi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgydh15_4cylozm44pFBJAEHfbwGwtWJ8b5h7GLiyYM3afIDGw09dgHyBRcOubWEZCsMg2PLZpaxPU9TK5eqoqzbsRs8VeHJUquSRfJ_yZOf-9r0p8ROG_W1RbaXoMhW-zmtgtGQR0v7NY/s1600/bedbdc861aa70a7a4d9bd2d4e745f5fc.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgydh15_4cylozm44pFBJAEHfbwGwtWJ8b5h7GLiyYM3afIDGw09dgHyBRcOubWEZCsMg2PLZpaxPU9TK5eqoqzbsRs8VeHJUquSRfJ_yZOf-9r0p8ROG_W1RbaXoMhW-zmtgtGQR0v7NY/s1600/bedbdc861aa70a7a4d9bd2d4e745f5fc.jpg" height="320" width="224" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Se ridimensionassi le mie aspettative,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">riducessi le mie prerogative,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">diminuissi le mie invettive,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">vivrei più serenamente.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Se mettessi da parte il mio orgoglio,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">se facessi delle cose belle il mio
scoglio,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">se andassi sempre oltre ogni sospetto
di broglio,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">vivrei più serenamente.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Se fossi meno istintiva,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">magari più riflessiva,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">sempre sulle rapide e mai sulla riva,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">vivrei più serenamente.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Se fossi tutto questo,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">al di là di questo testo,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">oltre ogni mia intenzione fatta
manifesto,</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">vivrei lo stesso?</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; font-size: large;">No.</span></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-60338523512632660122014-04-22T16:24:00.000+02:002014-05-18T17:31:15.397+02:00La mia pigrizia mi rende loquace, ma solo nel sonno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQzJDM7Luh9y7ZBd0ppvqtIFLWQ2DslWn7ckm8GV3kunNI3JudN" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQzJDM7Luh9y7ZBd0ppvqtIFLWQ2DslWn7ckm8GV3kunNI3JudN" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">[Questo post è frutto di un esercizio con il Gruppo di Scrittura che sto frequentando. Ho pescato tre parole (sonno-pigrizia-loquace) e ho scritto una storia che abbracciasse i 3 termini]</span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Mi piace dormire. Mi piace perché sogno quelle cose che mi fanno tornare indietro nel tempo, quando tutto era più facile e felice. L'orologio è la mia bussola. Ne tengo una in ogni stanza, così non mi perdo mai l'orario e posso organizzarmi per bene, sia per i pasti che per le dormite. Cerco di dormire più che posso: di notte, dopo aver pranzato e spesso riesco anche ad assopirmi semplicemente da seduta, posando il viso sulla mano. Sono diventata brava perché mi basta chiudere gli occhi per dormire profondamente e da un paio d'anni le mie migliori alleate nel sonno sono delle piccole pasticche color salmone che mi ha prescritto la dottoressa. Prendo quelle pillole perché sono tornate a farmi visita due amiche di vecchia data: ansia e depressione. “Alla televisione” vedo che anche quelli ricchi e famosi sono depressi e ansiosi. E allora mi sento un po' famosa anch'io, anche se ricca non sarò mai!</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quando dormo rivedo mia madre, mio padre, i miei fratelli e anche quella cugina un po' strana che non aveva mai voglia di lavorare, ma si presentava sempre “a piatti messi”. Vedo tutti quelli che ora non ci sono più, ma i cui nomi restano scritti per un po' sui manifesti sul muretto di fronte il mio balcone, prima di essere lavati via da pioggia, vento e tempo. Nei miei sogni vado spesso a prendere l'acqua alla fonte e porto con me la verdura da lavare perché così posso portarla a casa già lavata e pronta per essere immersa nell'acqua bollente. Faccio sempre lunghe chiacchierate con le giovani ragazze che incontro alla fonte. Torno verso casa con un fazzoletto arrotolato a ciambella sulla testa e una conca piena d'acqua poggiata sopra. Faccio l'equilibrista, ma con le mani libere posso portare la verdura di campo lavata con cura. Lungo la strada ci sono tanti ciottoli irregolari che calpesto con le scarpe e mi accorgo di dover fare l'ennesimo rammendo sulla tomaia, anche se a forza di fare rattoppi alle mie e alle scarpe dei miei cinque fratelli sto diventando sempre più brava e veloce. Me lo dice sempre la mamma!</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ricordo che la notte del trentuno dicembre di qualche anno fa, non riuscivo a prendere sonno perché sentivo fin dentro alle orecchie delle esplosioni che facevano vibrare i vetri delle mie finestre, illuminando di verdi bagliori il cielo. Io ero terrorizzata e non ero riuscita a far altro che tirarmi sulla testa il lenzuolo bianco di flanella, tremando come una foglia al vento. La mia memoria era volata ai tempi della Guerra, quando quelle esplosioni abbaglianti erano bombe lanciate dagli aerei. Quel rumore era assordante e così forte come forte era la paura di essere colpiti. Mio fratello se ne andò proprio così. Finiti gli spari, ero riuscita a prendere sonno e nel sogno avevo incontrato mio fratello che mi presentava il suo nuovo amico: il giovane tedesco al quale, insieme alla mia famiglia, ero stata costretta a dare ospitalità per dieci lunghi giorni. Ero io quella che cucinava per lui ed ero sempre io che dovevo assaggiare la minestra prima che lui la mangiasse. Quando mia nipote, parlandomi della seconda guerra mondiale che stava studiando a scuola, mi aveva detto che quella di assaggiare le pietanze prima di darle ai tedeschi era la prassi per scongiurare avvelenamenti, avevo tirato un sospiro di sollievo perché realizzavo che non era accaduto solo a me, ma quando mia nipote mi parlò di “tessera del pane” e di “oro alla patria” realizzai che se a credere ad una bugia sono in tanti, la bugia non smette di esserlo. Ero amareggiata e senza la mia fede di matrimonio, che non avrei più rivisto, proprio come mio marito.</span><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 17px;"> </span></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-83944392335367789522014-04-14T17:13:00.000+02:002014-04-14T17:19:02.928+02:00Da piccola volevo un cavallo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://media-cache-ec0.pinimg.com/736x/19/4c/89/194c89bd027361c8e1a5cb3717e53fc7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://media-cache-ec0.pinimg.com/736x/19/4c/89/194c89bd027361c8e1a5cb3717e53fc7.jpg" height="320" width="208" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Quand'ero piccola chiedevo spesso a mia madre di poter ricevere un cavallo in regalo e quando lei mi chiedeva "Giorgia, dove lo mettiamo?!" io le rispondevo con estrema naturalezza dicendo che l'avremmo potuto sistemare "o nel fondaco o dietro la tenda della mia cameretta!" e che mi sarei impegnata personalmente a portagli da mangiare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Con il senno di poi, posso dire che mi è sempre piaciuto immaginare di far convivere cose diverse tra loro, senza forzature, ma in un'ottica di reciproco rispetto e convivenza. Ma con altrettanto senno di poi dico che l'immaginazione di fronte a certa realtà non può nulla, non può imbrigliarla o condizionarla. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Deve lasciarla andare libera, come un cavallo che corre nel verde. </span></div>
<br />giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-40149245790096859452014-03-26T15:22:00.001+01:002014-03-26T15:22:25.577+01:00In principio era l'audiocassetta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNgWk54Ur6YnxrNxPvS8lQO94gdLfJHBAv7tJMeIkzrcrMYwzPgWozjLHGbsnbiOY74KND7ey1v-r2ZyMia5iPfOqTv2I8CnsNn5VuyeE6rxGMxoS-XMU6tfZmJzVDgJALiqxJ9Exz6hg/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNgWk54Ur6YnxrNxPvS8lQO94gdLfJHBAv7tJMeIkzrcrMYwzPgWozjLHGbsnbiOY74KND7ey1v-r2ZyMia5iPfOqTv2I8CnsNn5VuyeE6rxGMxoS-XMU6tfZmJzVDgJALiqxJ9Exz6hg/s1600/download.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In principio era l'<b>audiocassetta</b> che tenevo sempre infilata nello stereo in camera per registrare le canzoni della radio. Venivano fuori delle compilation originali e personali che era un piacere stare a sentire. Poi, quando mi stancavo di ascoltare e canticchiare sempre la stessa sequenza musicale, bastava un quadratino di cartoncino da fissare con dello scotch sulla cassetta, per renderla nuovamente registrabile. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Mi piaceva fare lo stesso con le <b>videocassette</b>, registrando spezzoni di programmi tv, video musicali e tutto ciò che mi dilettavo a replicare in casa, con un microfono, un abbigliamento discutibile e quel pizzico di protagonismo e presunzione che mi ha sempre animata e divertita. Con i <b>floppy-disc</b> non ho avuto un grande rapporto, più che altro ne rompevo uno al giorno perché mi piaceva smontarli per vedere cosa c'era dentro. Giusto il tempo di capirlo, che sono arrivati i <b>cd audio</b>, da maneggiare con estrema cura e da lucidare con la pezzolina degli occhiali per non rovinarne il suono. Ne tenevo sempre uno infilato nel lettore e mi piaceva spostarmi in casa e per le strade camminando a ritmo di musica con le cuffiette nelle orecchie. Mi sentivo grande. Una grande marciatrice musicale. Piccole grandi soddisfazioni della vita!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Con i <b>dvd</b> prima e con i <b>dvx</b> poi, mi sono avvicinata al cinema e non me ne sono mai più allontanata. Nelle varie<b> pennette USB</b> che mi sono passate tra le mani ho conservato e trasferito foto, documenti, canzoni e programmi da installare. </span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ora ascolto musica su <b>youtube</b>, guardo<b> film in streaming</b>, faccio l'upload di foto e contenuti sui <b>social network</b> e i miei file importanti sono conservati nella grande nube digitale chiamata <b>cloud</b> che fa molto figo. Tutto è più semplice da trovare, da salvare e da condividere. Tutto, o quasi, trova una sua spiegazione nel web e i rapporti interpersonali sono appiattiti e schiacciati sotto il peso di internet. In un locale è più semplice alzare lo smartphone per captare le note di quella canzone che si sente piuttosto che dare il via al toto autore-titolo insieme a quelli che sono al tavolo con te. Questo non è figo, è da cerebrolesi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pensiamo di poterci e arrogare il diritto di sputare sentenze su qualcuno, semplicemente dando una lettura, il più delle volte sommaria e superficiale, a ciò che scrive su <b>facebook</b> o su <b>twitter</b>. Non vediamo fisicamente una persona da tempo immemore, ma il fatto di vedere i suoi aggiornamenti di stato nella tua home te la fa sentire più vicina, quando poi vicina non è. Un “mi piace” è come lo squillo di una volta. <b>Ti sto pensando, ma sto pensando a quello che sto facendo?!</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Queste le modalità di archiviazione che si sono susseguite nel mio tempo e so che ne arriveranno sicuramente di altre. Posso dire che <b>la mia memoria</b> è la più sicura sede per la conservazione delle immagini emotive e delle sensazioni tattili. Ho solo io le credenziali per accedervi e mi piace rifugiarmi nei miei ricordi, probabilmente perché sono una nostalgica del cavolo che vive di passato e non potrebbe vivere il suo presente senza ricordare ciò che è stato. <b>Se chiudo gli occhi vedo i ricordi, li tocco e ne sento il profumo.</b> Se chiudo gli occhi vi vedo e sorrido. Se chiudo gli occhi vedo anche altro e sorrido un po' meno. </span></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-46574810300733304452014-03-11T11:47:00.003+01:002014-03-11T12:12:15.082+01:00Discromia sentimentale<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Vorremmo chi non ci vuole.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Quelli che invece ci vorrebbero
non ci fanno effetto né diamo loro affetto.</span> <o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEituMsXJHNJBxJLfpfmn40BWeS3koUMjTcF3yLnwWo1XrbXDCI_YXaTsjsy-l0LVjf4xfsNYeV51HWNqIZZLPqOa17zZ79OkXRwY39uK0PSCrT0bpmkBThlNe-2sk_uJGqYsDM5KqwaMP8/s1600/melange.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEituMsXJHNJBxJLfpfmn40BWeS3koUMjTcF3yLnwWo1XrbXDCI_YXaTsjsy-l0LVjf4xfsNYeV51HWNqIZZLPqOa17zZ79OkXRwY39uK0PSCrT0bpmkBThlNe-2sk_uJGqYsDM5KqwaMP8/s1600/melange.jpg" height="123" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-862180349812895552014-02-24T21:50:00.002+01:002014-02-24T21:50:55.627+01:00Vale a Carnevale ?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiBB_gYcbApRLljDRCL4WGKy66XEWXEbJa7W2Bmt-FpGbb6zZGKvfquzZ_sMwQIlyDjivKOFBAHIyQ00Lt4e_iL5vktkNpko5vy_wpbmxoMuwY1Le_wwXIJRTvZBqi57_7DXeZuPrZF1I/s1600/stelle+filanti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiBB_gYcbApRLljDRCL4WGKy66XEWXEbJa7W2Bmt-FpGbb6zZGKvfquzZ_sMwQIlyDjivKOFBAHIyQ00Lt4e_iL5vktkNpko5vy_wpbmxoMuwY1Le_wwXIJRTvZBqi57_7DXeZuPrZF1I/s1600/stelle+filanti.jpg" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #37404e; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #37404e; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; color: #37404e; line-height: 18px;">Quest'anno, per Carnevale, ho deciso che mi travestirò da cervello. Il tuo.</span><br style="background-color: white; color: #37404e; line-height: 18px;" /><br style="background-color: white; color: #37404e; line-height: 18px;" /><span style="background-color: white; color: #37404e; line-height: 18px;">Proverò finalmente l'ebbrezza del vuoto.</span></span>giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4691440285774624171.post-14983436076956500212014-02-09T21:43:00.000+01:002014-02-09T21:43:42.073+01:00Se porto gli occhiali è perché mi faccio le seghe (mentali) <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://media-cache-ak0.pinimg.com/736x/83/f4/c1/83f4c119c671a86e61bb15b8d6b4df3a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://media-cache-ak0.pinimg.com/736x/83/f4/c1/83f4c119c671a86e61bb15b8d6b4df3a.jpg" height="320" width="226" /></a></div>
<br />
<h3>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 17.940000534057617px;">Penso che condividere le gioie è importante tanto quanto condividere i dolori. </span></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 17.940000534057617px;">Penso che il dialogo, con se stessi che con gli altri, è sempre un bene. </span></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 17.940000534057617px;">Penso che ho paura di molte cose, ma la paura più grande è la perdita della sensibilità.</span><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 17.940000534057617px;"> </span></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 17.940000534057617px;">Penso che è facile fare i conti con la coscienza. Sempre se ne hai una. </span></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 17.940000534057617px;">Penso che le emozioni vadano metabolizzate, così come i ricordi. </span></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 17.940000534057617px;">Penso che sono le malattie senza sintomi quelle più difficili da curare. </span></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 17.940000534057617px;">Penso che se sei buona con tutti, alla fine non lo sei con nessuno. Tanto meno con te stessa. </span></span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 17.940000534057617px;">Penso che uscirò a fare due passi. </span></span></h3>
giorgichttp://www.blogger.com/profile/02429573686366266545noreply@blogger.com0